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I primi mesi di convivenza

Veronesi Simona

Durante i primi mesi di convivenza la fase di conoscenza reciproca incomincia a volgere al termine; il cucciolo ha ormai ben chiaro il ruolo di ogni singolo appartenente al branco, nonché i ritmi e le abitudini di tutti i soggetti in relazione alla tipologia della tana ed alle caratteristiche de territorio circostante. Purtroppo, però, le incombenze per i neo-proprietari sono tutt’altro che finite. Infatti, con enorme stupore per chi non è abituato alla convivenza con i cani, i cambiamenti fisici e psichici che investono il cucciolo nei primi mesi di vita sono enormi; basti pensare che il primo anno di vita del cane vale ben 14 anni umani. Sarà estremamente importante per i proprietari seguire con attenzione gli sviluppi caratteriali del proprio amico per adeguare il comportamento in relazione ad i mutati atteggiamenti del cane e, soprattutto, per poter porre rimedio ad eventuali devianze comportamentali in fase embrionale. Come il cucciolo ha, dopo i primi mesi di vita in famiglia, ormai chiara la situazione, così i bravi proprietari avranno tracciato un profilo caratteriale del loro beniamino, avendo ben chiaro che tipo di individuo adulto si stia preparando a diventare. Per poter interpretare al meglio i comportamenti del cane, è fondamentale che i neo-proprietari imparino a comprendere il linguaggio del cane. Come certamente ben sapete la comunicazioni tra cani è affidata solo in minima parte alle vocalizzazioni, il grosso delle informazioni viene scambiata attraverso il linguaggio olfattivo ed il linguaggio corporeo. In considerazione del fatto che i cani hanno imparato nel corso dei secoli che l’uomo non è in grado di interpretare correttamente il linguaggio olfattivo, la quasi totalità delle interazioni sociali tra uomo e cane si basano sul linguaggio del corpo. In considerazione del fatto che non è nostra intenzione scrivere un trattato di semiotica, daremo solo alcune semplici indicazioni affinché il padrone inesperto possa decifrare a grandi linee i messaggi più evidenti che il nostro amico ci invia. Vediamo, quindi, in quali zone del corpo del cane deve focalizzarsi l’attenzione dei padroni per capire i messaggio che il nostro amico ci invia: - la testa; - il garrese; - la coda. Analizziamo, in primo luogo, cosa è bene osservare nella testa del cane; i luoghi anatomici dove si concentrano i messaggi di facile comprensione per l’uomo sono la bocca e le orecchie. La bocca, che fortunatamente è simile in tutti i cani, può dare generalmente tre tipi di informazioni: - bocca socchiusa con la lingua leggermente sporgente e respirazione tranquilla può denotare serenità d'animo; - bocca molto aperta con respiro affannoso a numerosi sbadigli può indicare tensione nervosa e stress; - bocca chiusa con il labbro superiore sollevato a mostrare i denti (atteggiamento generalmente accompagnato da un ringhio profondo) indica aggressività. Discorso diverso vale per le orecchie, in quanto l’uomo, con interventi chirurgici o con la selezione genetica, ha dotato le varie razze di orecchie di tipo completamente diverso. Tuttavia possiamo stabilire che, con diversi risultati pratici dipendenti dalla loro forma, le orecchie: - portate in posizione naturale denotano tranquillità; - portate in avanti indicano attenzione e concentrazione (anche negativa) su qualcosa; - reclinate all’indietro segnalano paura per una situazione nuova o pericolosa. Il garrese, che è la zona anatomica dove si raccordano collo e dorso del cane, può dare un solo tipo di informazione, che, però, è di contro di facile lettura e di importanza fondamentale. Il pelo della zona del garrese: - portato in posizione normale indica tranquillità; - tenuto alzato (tanto da creare quasi una cresta nei cani a pelo lungo) denota aggressività. Infine parliamo della coda che, come anche i non cinofili sanno, è considerata il termometro dell’umore del cane. Anche in questo caso l’analisi delle informazioni che possiamo ricevere dalla coda è resa più o meno semplice a seconda della razza a cui appartiene il cane; se il soggetto ha la coda corta, la lettura dei messaggi è ovviamente più difficoltosa. Se la coda è: - portata alta e con un continuo movimento morbido, generalmente il cane è felice; - portata alta ma con un movimento rigido e nervoso, il cene può essere eccitato e pronto a reagire a qualche stimolo esterno (in questo caso è importante estendere l’analisi alle altre zone del corpo per verificare se il cane stia anche manifestando aggressività); - in posizione di riposo, il cane è tranquillo; - bassa ripiegata in mezzo alle gambe, denota paura per qualche pericolo (anche in questo caso è importante cercare altri riscontri che indichino un atteggiamento aggressivo). Adesso che, teoricamente, siamo in grado di comprendere a grandi linee i messaggi del nostro compagno, cerchiamo di dare un’interpretazione esaustiva del suo comportamento complessivo. Senza andare ad indagare sulle cause o sulle origini dei vari profili caratteriali e delle problematiche comportamentali dei cani , analizziamo in campo pratico il comportamento del nostro amico. Per dare delle indicazioni chiare, cercheremo di indicare i comportamenti classici che caratterizzano i due più comuni profili caratteriali, quasi sempre mal interpretati dall’uomo, in modo da poter di seguito suggerire atteggiamenti ed interventi migliorativi. Vediamo, in primo luogo, i comportamenti più comuni di un soggetto che durante la fase di crescita denota una certa timidezza ed insicurezza caratteriale (purtroppo questa tipologia di soggetti è sempre più comune a causa della pessima politica di selezione che è stata operata in Italia negli ultimi anni ). Noi possiamo verificare un atteggiamento insicuro e pauroso attraverso le modificazioni comportamentali del nostro amico quando si trova di fronte a situazioni nuove o poco chiare. Per questo motivo sia il soggetto che vorrebbe prendere la via della fuga, mandando inequivocabili segnali di paura (orecchie all’indietro e coda in mezzo alle gambe) sia quello che, senza apparente motivo, inizia ad abbaiare e ringhiare con evidenti segni di aggressività, denotano una insicurezza caratteriale di fondo. Il passaggio da uno stato di calma ad uno di paura (che in un soggetto stimola la fuga e nell’altro l’aggressività) senza un ragionevole motivo per il padrone potrebbe far ipotizzare che il nostro amico, profondamente insicuro, interpreti come pericolose delle situazioni normali per la nostra società (es. incontro di estranei inoffensivi, rumori del traffico, sacchi della spazzatura, ect.). Qualora il nostro cucciolino fin dai primi giorni di convivenza abbia denotato un comportamento simile a quello descritto, gli interventi da porre in essere sono: - far si che il cane possa avere il numero maggiore possibile di esperienze e di contatti con ciò che lo spaventa sotto la nostra supervisione, in modo che l’incontro termini sempre in maniera positiva per il cane; - evitare di coccolare e proteggere il cucciolo quando manifesta paura o insicurezza, perché in questa maniera verrebbe gratificato il comportamento negativo e verrebbe data conferma al cane le sue paure sono fondate; - evitare di accarezzare il cucciolo sulla testa o sul garrese (segno di dominanza), schiacciandolo con l’imponenza della nostra figura, bensì sarà opportuno accovacciarsi sempre (per essere alla sua altezza), accarezzandolo sul petto o sulla parte inferiore del collo; - recarsi fin da subito presso un centro di addestramento qualificato (non farsi abbindolare da ipotetici risparmi ma recativi da un professionista serio che vi proponga lezioni individuali cane/padrone) per far frequentare al cucciolo un corso di socializzazione. Analizziamo ora una altro profilo caratteriale molto comune, specie se maschio ed appartenente ad una delle razze da guardia e da difesa molto di moda in questo momento: il cane dominante. Come per quanto riguarda il cane timido, anche per il cane dominante la componente aggressiva è di fondamentale importanza per decifrare le risposte che il cucciolo può dare ai diversi stimoli. Se il nostro amico, dopo i primi giorni di ambientazione, avrà manifestato da subito i seguenti comportamenti, potremmo con certezza dire che ci troviamo di fronte ad un soggetto dominante: - ringhiare se qualcuno si avvicina mentre mangia; - mimare la copula con gli oggetti e con gli uomini; - mordere le mani; - non accettare di essere preso in braccio o di essere in alcun modo limitato nella libertà di movimento. In questi casi è necessario intervenire tempestivamente per ridimensionare il cucciolone che, per predisposizione genetica e per errori dei proprietari, ha deciso di provare a prendere il controllo del branco. Per una corretta gestione di questo tipo di cane, oltre a rivolgersi ad un esperto addestratore per avere i consigli più specifici in relazione ad ogni singolo caso, sarà fondamentale: - interrompere con fermezza e severità ogni iniziativa del cane mirata a consolidare la propria leadership, facendo contestualmente degli esercizi di dominanza (N.B. questi esercizi, che consistono nel girare a pancia all’aria il cane, trattenendolo in questa posizione con una mano sulla gola fino a quando non accetta di sottomettersi, sono da eseguirsi da soli solo se abbiamo a che fare con un cucciolo molto piccolo (4-5 mesi). Con un cane più adulto è raccomandabile farsi coadiuvare e consigliare da un professionista); - riservare poche attenzioni al cane, ma rivolgersi a lui solo quando dobbiamo richiedergli qualcosa. Sarà estremamente importante non lasciare mai al cane l’iniziativa; saremo sempre noi a chiamarlo per fargli le coccole e ci rifiuteremo di fargliele dietro sua richiesta, inizieremo e finiremo sempre noi le attività ludiche e non daremo mai del cibo al cane solo perché ce lo richiede con insistenza; - relazionarsi con il cane mantenendo la posizione eretta, accarezzandolo sempre sulla testa o sul garrese; - svolgere gli esercizi di obbedienza (almeno l’educazione di base e cioè la condotta al guinzaglio, il “seduto” ed il “terra”) con una certa marzialità nei movimento, parlando il minimo indispensabile.

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